Op dag van herinnering: Groeiende aandacht voor Joodse DFC trainer Arpad Weisz in Italie

25 januari 2015

DORDRECHT - Vandaag is op veel plaatsen de bevrijding van concentratiekamp Auschwitz, zeventig jaar geleden, herdacht. Morgen speelt de stad Dordrecht een rol in dat verhaal in een documentaire van de zender in Italie RAIDUE. Op 31 januari 1944 kwam de Dordtse DFC trainer ARPAD WEISZ erom. Hij is niet vergeten en wordt nu één van de grootste trainers genoemd in de Italiaanse en Europeese geschiedenis. Italie besteedt op de dag van herinnering weloverwogen aandacht aan hem.

In Italie is een groeiende belangstelling om zijn levensverhaal te volgen. In Dordrecht denkt zijn club DFC na over mogelijkheden hem een plek te geven in het collectief geheugen van de club en dat van de voetbalhistorie. In Dordrecht werd voor de documentaire gefilmd in het Sadhuis van Dordrecht bij het monument dat herinnert aan de Joodse Dordtenaren die zijn omgebracht in de tweede wereldoorlog.

Árpád Weisz (also spelt Veisz; 16 April 1896 – 31 January 1944) was a Hungarian football player and manager. Weisz was Jewish,[1] and died during The Holocaust in World War II at Auschwitz.

(sportbericht)

Arpad Weisz dallo scudetto ad Auschwitz, speciale su Raidue

Lunedì 26 gennaio, in occasione della “Giornata della memoria”, speciale dedicato all'ex allenatore di Inter e Bologna ucciso nel campo di concentramento

Lunedì 26 gennaio, alle ore 23:40, in occasione della “Giornata della memoria”, Rai 2 propone lo speciale “Arpad Weisz, dallo scudetto ad Auschwitz”, dedicato ad uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio italiano ed europeo.

Weisz, che ha vinto tre scudetti in Serie A, uno con l’Inter (dove scoprì e lanciò Giuseppe Meazza) e due con il Bologna, dando anche sei campioni del mondo agli azzurri di Vittorio Pozzo, nel 1938, per via delle leggi razziali varate dal governo fascista, fu obbligato a lasciare la panchina e il nostro Paese insieme con la moglie Elena e con i due figli Roberto e Clara. Verrà ucciso ad Auschwitz con tutta la famiglia.

Una storia dimenticata per settant’anni e riscoperta nel 2007 dal giornalista Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo, attraverso un'inchiesta storica durata tre anni di lavoro. Lo speciale di Rai 2 dedicato all’allenatore ungherese, morto nel 1944, è affidato al racconto di Ubaldo Pantani, in un'ideale continuazione di “Quelli che il calcio “attraverso un nuovo piano di approfondimento serale.

Al centro del documentario, la ricostruzione della ricerca effettuata – tra archivi, libri, fotografie, testimonianze dirette – per sconfiggere l’oblio e riscrivere la storia di un allenatore innovativo e rivoluzionario. Molti i contributi raccolti tra l’Italia e l’Olanda, dove i Weisz vissero gli ultimi anni da uomini liberi prima della cattura e della deportazione. Dal giornalista Gianni Mura al presidente dell’Associazione allenatori Renzo Ulivieri, che ha studiato e spiegato il manuale del calcio scritto da Weisz nel 1930, dallo scrittore Enrico Brizzi agli storici della Shoah Marcello Pezzetti e Michele Sarfatti.

Un viaggio documentato e commovente per coltivare la memoria, nei giorni in cui il mondo ricorda i milioni di vittime dell’olocausto e il 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.

Inter e Bologna avevano ricordato Weisz il 15 gennaio 2013 in occasione della partita di Coppa Italia tra le due squadre, con l'immagine dell'ex allenatore nelle maglie dei giocatori sotto quella di gioco, e con una cerimonia alla quale presero parte i sindaci delle due citta' scambiandosi maglie delle due squadre col nome dell'allenatore scritto nel retro  

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rpad Weisz, dallo scudetto ad Auschwitz

Lunedì 26 gennaio 2015 alle 23:40

 

In occasione della "Giornata della memoria", Rai 2 propone lo speciale “Arpad Weisz, dallo scudetto ad Auschwitz”, dedicato ad uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio italiano ed europeo.

Weisz, che ha vinto tre scudetti in Serie A, uno con l’Inter (dove scoprì e lanciò Giuseppe Meazza) e due con il Bologna, dando anche sei campioni del mondo agli azzurri di Vittorio Pozzo, nel 1938, per via delle leggi razziali varate dal governo fascista, fu obbligato a lasciare la panchina e il nostro Paese insieme con la moglie Elena e con i due figli Roberto e Clara. Verrà ucciso ad Auschwitz con tutta la famiglia.

Una storia dimenticata per settant’anni e riscoperta nel 2007 dal giornalista Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo, attraverso un'inchiesta storica durata tre anni di lavoro. Lo speciale di Rai 2 dedicato all’allenatore ungherese, morto nel 1944, è affidato al racconto di Ubaldo Pantani, in un'ideale continuazione di “Quelli che il calcio “attraverso un nuovo piano di approfondimento serale.

Al centro del documentario, la ricostruzione della ricerca effettuata – tra archivi, libri, fotografie, testimonianze dirette, per sconfiggere l’oblio e riscrivere la storia di un allenatore innovativo e rivoluzionario. Molti i contributi raccolti tra l’Italia e l’Olanda, dove i Weisz vissero gli ultimi anni da uomini liberi prima della cattura e della deportazione. Dal giornalista Gianni Mura al presidente dell’Associazione allenatori Renzo Ulivieri, che ha studiato e spiegato il manuale del calcio scritto da Weisz nel 1930, dallo scrittore Enrico Brizzi agli storici della Shoah Marcello Pezzetti e Michele Sarfatti.

Un viaggio documentato e commovente per coltivare la memoria, nei giorni in cui il mondo ricorda i milioni di vittime dell’olocausto e il 70esimo anniversario della liberazione di Auschw

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